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Immagine del redattoreAnna Coluccia

SAI GESTIRE LA FAME? QUI ALCUNI CONSIGLI.

Aggiornamento: 1 nov 2021

Il cibo riveste nella nostra esistenza molteplici significati.

Mangiamo, ci nutriamo e spesso questo non accade per un vero bisogno fisiologico.

Le emozioni, gli stati d'animo, l'ambiente che ci circonda influiscono moltissimo sul nostro rapporto con il cibo.


Bisognerebbe prendere spunto dai bambini. Loro fino ad una certa età hanno ancora perfettamente funzionante questo istinto innato. Mangiano perchè hanno fame, dormono perchè hanno sonno, piangono perchè hanno bisogno di conforto. Poi crescendo l'ambiente condiziona questa capacità fino a farla perdere e allora il cibo diventa premio, consolazione, punizione, compagnia, affetto.



Per riuscire a gestire la fame il primo passo è acquisire la consapevolezza di cosa in quel preciso momento ci spinge ad assumere cibo.


Spesso i pazienti mi raccontano di momenti particolari della giornata in cui riescono ad evere meno la situazione "sotto controllo".

Ad esempio la sera dopo cena. Io suggerisco sempre di porsi questa domanda:" Quanto tempo è passato dalla cena?".

E ancora "Ho mangiato adeguatamente?".



Infatti la prima condizione necessaria per evitare di avere momenti di crisi è quella di fare pasti nutrizionalmente adeguati in cui siano presenti quantità sufficienti di carboidrati a basso indice glicemico, proteine, fibre e grassi di buona qualità. Tutto questo infatti ci garantisce un corretto apporto nutritivo e un buon livello di sazietà.



Gli spuntini, spesso sottovalutati, sono fondamentali per non arrivare ai pasti con quella che io chiamo ironicamente “fame chimica” e cioè una fame insaziabile dovuta ad un livello di zuccheri nel sangue basso che di sicuro non ci aiuta ad avere il controllo della situazione.


I pasti vanno inoltre consumati con calma, seduti a tavola, dedicando il giusto tempo e masticando adeguatamente.


Esiste una pratica di mindfulness, la mindful eating, che aiuta proprio ad aumentare la consapevolezza rispetto al momento del pasto, prestando attenzione al presente con curiosità e senza giudizi.

La mindful eating (se volete approfondire potete leggere il libro "Mindful eating" di Andy Puddicombe) individua 9 tipi di fame:


  1. Fame degli occhi

  2. Fame del tatto

  3. Fame delle orecchie

  4. Fame del naso

  5. Fame della bocca

  6. Fame dello stomaco

  7. Fame cellulare

  8. Fame della mente

  9. Fame del cuore

Avremo occasione nei prossimi articoli di approfondirle una per una ma intanto vi anticipo che imparare ad interpretare i messaggi che il nostro corpo ci da con consapevolezza è davvero il primo passo per poi riuscire a gestire i momenti di difficoltà.

Quindi tornando alle 2 domande "E’ passato poco tempo dal pranzo/cena?" e "Ho mangiato adeguatamente?".

Se la risposta è positiva per entrambe è molto probabile che la nostra non sia fame fisiologica e quindi consumare del cibo, qualcosa di piacevole, di dolce, del cioccolato magari, servirà a darci una sensazione di benessere immediata ma assolutamente poco duratura e subito dopo probabilmente sentiremo ancora che ci manca qualcosa e forse sarà peggio di prima.

Ma allora come possiamo superare questi momenti?

La strategia migliore è appunto la consapevolezza dell’emozione che stiamo provando, la sua corretta interpretazione e dopodichè bisogna trovare un modo per distrarci facendo qualcosa che ci appaghi e sia altrettanto piacevole:


Provo a darvi dei suggerimenti ma ognuno poi deve analizzare cosa è meglio per sè:


  • bere una tisana o un caffè

  • fare una doccia

  • camminare un pò o fare un pò di attività fisica

  • leggere un libro

  • sentire della buona musica

  • scrivere un pensiero

  • chiamare un'amica o una persona cara

Bastano 5/10 minuti per fare in modo che il nostro pensiero vada altrove.

All’inizio probabilmente sarà complicato. Dobbiamo allenarci e prenderci la mano.

Poi con il passare del tempo diverrà sempre più naturale perchè in maniera del tutto spontanea capiremo che il nostro vero bisogno in quel momento non è il cibo.

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